Aria condizionata: la vera arma segreta per lavorare meglio
Per decenni in Europa si è guardato all’aria condizionata con sospetto, quasi fosse un lusso inutile o persino dannoso. Ma in un mondo sempre più caldo, è il momento di cambiare prospettiva. Non solo perché può salvare vite. Ma anche perché aumenta la produttività.
Singapore lo aveva capito già nel 1959
Quando Lee Kuan Yew prese il potere a Singapore, tra le sue prime priorità ci fu l’installazione di aria condizionata negli uffici pubblici. La definì “una delle più grandi invenzioni della storia” e la considerava fondamentale per migliorare l’efficienza della pubblica amministrazione. Aveva torto? Forse no.
Produttività e salute crollano sopra i 23 gradi
Numerosi studi confermano: sopra i 23°C iniziamo a performare peggio. Dormiamo male. Riusciamo a concentrarci meno. I test cognitivi negli studenti calano, così come la produttività degli impiegati. E quando si superano i 30 gradi? Aumenta la mortalità. Il nemico, insomma, è il caldo… al chiuso.
Gli interni freschi fanno la differenza
La parola chiave è “indoor”. Non possiamo controllare il clima esterno, ma possiamo (e dobbiamo) garantire temperature accettabili dentro scuole, uffici e case. L’architettura passiva può aiutare, ma quando fa davvero caldo, solo l’aria condizionata funziona.
Europa e UK arrancano (e muoiono di più)
Tra il 2000 e il 2019, in media 83.000 europei occidentali sono morti ogni anno per colpa del caldo estremo. In Nord America? 20.000. Il motivo? Gli americani hanno l’aria condizionata, gli europei no. A Portland l’80% delle case è climatizzato. A Londra… praticamente nessuna.
L’energia oggi è (quasi) green
Il vecchio argomento “ma l’aria condizionata inquina” regge sempre meno. L’energia solare sta crescendo rapidamente, proprio mentre aumenta la richiesta di raffrescamento. E con le pompe di calore reversibili, possiamo avere fresco d’estate e caldo d’inverno senza bruciare gas.
Serve un cambio di mentalità (e di regolamento)
Invece di incentivare il raffrescamento, molti Paesi lo ostacolano. In UK e Francia, ad esempio, esistono regole che ne scoraggiano l’uso. E c’è chi teme che aumenti le disuguaglianze. Ma è vero il contrario: chi se lo può permettere già si protegge. Gli altri restano a soffrire.
Il clima è cambiato. E anche le nostre abitudini devono cambiare
Una volta aveva senso non usare l’aria condizionata in Europa. Ma ora no. È tempo di smettere di soffrire (e far finta che non sia un problema). E iniziare a vedere l’aria condizionata per quello che è: uno strumento di equità, efficienza… e sopravvivenza.