Voli in ritardo? L’UE dalla parte delle compagnie aeree

Dopo 12 anni di trattative, i ministri dei trasporti europei hanno raggiunto un accordo che non farà felici i passeggeri: per ricevere una compensazione per ritardi aerei, dovremo aspettare di più — e in alcuni casi, riceveremo anche meno.

Cosa cambia (e perché è una brutta notizia)

Attualmente, chi subisce un ritardo di oltre 3 ore ha diritto a una compensazione economica. Attenzione: non si tratta di un rimborso del biglietto, ma di una somma extra prevista per compensare il disagio del ritardo.

Con le nuove regole:

  • Per i voli corto raggio, la compensazione scatterà solo dopo 4 ore di ritardo

  • Per quelli lungo raggio, serviranno almeno 6 ore

Quanto ci danno?

  • Per i voli corti, la compensazione aumenta da €250 a €300

  • Per i lunghi, invece, scende da €600 a €500

Un compromesso lungo 12 anni (e ancora non è legge)

Queste modifiche fanno parte di un pacchetto che aggiorna ben 31 diritti dei passeggeri e include anche:

  • Moduli digitali automatizzati per richiedere le compensazioni

  • Più responsabilità per le compagnie su riprotezioni e alloggi

  • Più tutele per passeggeri con disabilità

  • Regole più rigide sulle scuse valide per negare la compensazione

La Commissione UE aveva proposto il primo testo nel 2013, ma i governi ci hanno messo 12 anni per trovare un’intesa su quando scatta la compensazione. E non è finita: ora bisogna passare dal Parlamento europeo.

Le compagnie festeggiano

Per Airlines for Europe (A4E) — che rappresenta giganti come Ryanair, Lufthansa e Air France — questa è una vittoria. Secondo loro, dare più tempo prima della compensazione permetterà di salvare il 70% dei voli a rischio cancellazione, con vantaggi per 10 milioni di passeggeri all’anno.

“La proposta iniziale era più adatta (5 ore per voli brevi, 9 per quelli lunghi). Ora gli Stati l’hanno annacquata” ha commentato A4E.

Ma c’è chi non ci sta

La Germania e la Spagna erano tra i paesi contrari all’aumento dei tempi. Alcuni eurodeputati tedeschi del PPE hanno dichiarato: “Ridurre i diritti dei passeggeri è un errore. Il limite delle 3 ore è diventato uno standard da anni e dovrebbe restare così.”

Un diplomatico UE ha aggiunto: “Nessun politico vuole essere quello che dice alla gente: ‘Aspetta 6 ore e poi forse ti compensiamo’.”

E adesso?

L’accordo tra i governi è solo metà dell’opera. Ora iniziano i negoziati con il Parlamento europeo — e lì la battaglia potrebbe riaprirsi. Per ora però, la direzione è chiara: più tempo per le compagnie, meno diritti per i passeggeri.

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